Terapia Strumentale

LASERTERAPIA (AD ALTA ENERGIA Nd:YAG)​

Il laser a Nd:YAG, emette sulla lunghezza d’onda di 1060 nm, si colloca
nell’intervallo spettrale della luce I.R.-A, e può funzionare in modo
continuo e in modo impulsato.

Si tratta di un laser allo stato solido, il cui materiale attivo è costituito da
un cristallo di YAG che presenta una piccola percentuale di neodimio.

INDICAZIONI E CONTROINDICAZIONI

ll laser a Nd-YAG è particolarmente indicato nel trattamento di:

  • Lesioni muscolo-tendinee e capsulo-legamentose
  • Patologie flogistiche e inserzionali a carico di tendini e tessuti molli (tendinosi, entesiti, borsiti)
  • Riassorbimento superficiale e in profondità di ematomi post-traumatici

La laserterapia ha controindicazioni assolute nei:

  • Pazienti con neoplasie sospette o conclamate;
  • Donne in gravidanza
  • Pazienti con epilessia

Le azioni terapeutiche ottenibili dall’uso della laserterapia Nd:YAG sono:

  • Accelerazione dei processi riparativi tissutali
  • Attivazione del microcircolo arterioso-venoso e linfatico
  • Azione drenante

PATOGENESI IN CUI UTILIZZARE IL LASER Nd:YAG

Sono frequenti e ben documentate nella letteratura internazionale nei professionisti del mondo sportivo e costituiscono il 31% di tutte le lesioni.

Ad esempio, le lesioni muscolari della coscia rappresentano una delle diagnosi più comuni nello sport. Nei giocatori di calcio, il 92% delle lesioni riguardano i quattro principali gruppi muscolari degli arti inferiori:

  • muscolo bicipite femorale (37%) con inserzione distale del tendine capolungo del bicipite femorale;
  • muscoli adduttori (23%);
  • muscolo quadricipite (19%);
  • muscoli del polpaccio (13%).

La lesione muscolare è classificabile in tre stadi:

  1. lesione parziale minore (lesione di uno o più fasci primari all’interno di un fascio secondario);
  2. lesione parziale modesta (lesione di un fascio secondario con superficie di rottura < 50% della superficie del muscolo);
  3. lesione >50% della superficie del muscolo (subtotale) o all’interno del muscolo (totale) oppure della giunzione tendine-osso.

È una sindrome dolorosa che interessa le aree della sinfisi pubica e branca pubica superiore, su cui si inseriscono rispettivamente i muscoli addominali (distalmente) e i muscoli adduttori: lungo, breve e grande, pettineo e gracile.

Si tratta di una patologia invalidante che riduce la capacità di compiere il gesto tecnico del calciare, del correre o del saltare. Compare soprattutto negli sport che presentano movimenti bruschi di torsione nel busto, salti, brusche decelerazioni quindi soprattutto nel calcio, hockey, rugby, scherma, pallanuoto, atletica.

Queste lesioni capsulo-legamentose rappresentano la perdita momentanea e reversibile della congruità articolare dovuta ad un movimento anomalo a carico dell’articolazione.

I traumi distorsivi possono provocare la lesione del legamento collaterale mediale o laterale (nel ginocchio) e del legamento peroneo astragalico anteriore o legamento calcaneare (nella caviglia)

DIATERMIA DI TIPO CAPACITIVO

La diatermia capacitiva o sistema TECAR (terapia a trasferimento energetico per contatto capacitivo) accelera i processi fisiologici del metabolismo tissutale.

Il dispositivo sfrutta il principio della produzione di calore endogeno e della conseguente attivazione biologica. 
Nella modalità capacitiva vi è un elettrodo attivo metallico con rivestimento isolante in ceramica e un elettrodo di ritorno metallico senza rivestimento (piastra).
L’elettrodo di ritorno, assieme al tessuto biologico sottostante, costituisce l’armatura di 2° specie, mentre la ceramica è il dielettrico. Con il passaggio della radiofrequenza, le cariche elettriche si concentrano in prossimità del dielettrico, con il conseguente riscaldamento delle strutture sottostanti, in particolare cute, tessuti molli e muscoli.

La diatermia di tipo capacitivo ha gli effetti di:

  • Azione sedativa sulle terminazioni nocicettive, sintomatiche del dolore e decongestionare i tessuti;
  • Migliorare il drenaggio linfatico;
  • Iperemia, cioè aumento dell’afflusso sanguigno ai tessuti muscolari.

Le principali indicazioni sono legate alle patologie degenerative muscolo-scheletriche in ambito sportivo ma anche nelle:

  • Contratture muscolari;
  • Sindromi del muscolo piriforme (nella regione lombo-sacrale);
  • Lesioni muscolari;
  • Patologie traumatiche (dovute a traumi contusivi e/o distorsivi).

ONDE D'URTO E CALCIFICAZIONI

La calcificazione è un deposito di sali di calcio all’interno di tessuti e organi, la cui struttura è simile ad un osso scheletrico. Possiamo trovare una calcificazione su un tendine, all’interno di un’articolazione oppure lungo le fibre muscolari in qualsiasi distretto.

I sintomi sono molto sfumati con dolore puntiforme, in un distretto muscolare.
Talvolta sono assenti, e compaiono improvvisamente, associati ad un crepitio articolare.

Spesso, la causa di una calcificazione è legata ad un processo infiammatorio, talvolta sottovalutato e presente per molto tempo. Altre volte capita di riscontrare in alcuni soggetti una condizione di ipercalcemia, e una conseguente facilità al deposito di salidi calcio nei tessuti. Se la calcificazione non viene risolta, l’infiammazione del tessuto circostante porta molto frequentemente alla formazione di altro tessuto calcifico che si somma, aumentando il volume della calcificazione. 

Lo strumento di maggiore efficacia per migliorare la sintomatologia sono le onde d’urto di tipo focalizzato.

Tale approccio permette di ridurre la calcificazione e ottenere ottimi risultati sui tessuti circostanti, aumentandone la vascolarizzazione.
Negli ultimi anni, la terapia con onde d’urto è stata applicata nell’ambito delle patologie muscolo-scheletriche e osteo-tendinee, in presenza di micro-calcificazioni ossee. Le onde d’urto sono onde acustiche prodotte da appositi generatori e in grado poi di propagarsi nei tessuti, in sequenza rapida e ripetuta.

Nel nostro caso, le onde d’urto focalizzate sono originate da un generatore elettromagnetico, composto da una bobina avvolta da una membrana metallica che, al passaggio della corrente, genera un campo magnetico che causa l’espansione della membrana provocando così la formazione delle onde d’urto.
Con le onde d’urto di tipo focalizzato, è possibile regolare esattamente la profondità di penetrazione e focalizzare l’energia direttamente sull’area patologica da trattare.
Le onde d’urto di tipo focalizzato sono di assoluta pertinenza medica e possono essere applicate solo da personale medico specializzato.
La metodica con onde d’urto è il trattamento d’elezione nelle tendinopatie inserzionali croniche, caratterizzate da una scarsa vascolarizzazione delle giunzioni miotendinea e osteotendinea. 

PRINCIPALI PATOLOGIE

Di seguito vengono riportate le principali patologie su cui sono applicate le onde d’urto:

In caso di patologie infiammatorie croniche e degenerative dei tendini, in particolare a carico della cuffia dei rotatori (con o senza calcificazioni).

In caso di patologie infiammatorie croniche e degenerative del tendine rotuleo.

In caso di patologie infiammatorie croniche e degenerative dei tendini dei muscoli adduttori (pubalgie).

In caso di patologie infiammatorie croniche e degenerative del tendine Achilleo.

In caso di fascite plantare (in presenza o assenza di sperone calcaneare).

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